DPCM 26 aprile 2020

Comprendiamo la grande confusione sulla ‘riapertura’, ulteriormente amplificata dalle discordanti ordinanze regionali e locali. Non si tratta di un ‘liberi tutti’ , l’epidemia non è finita e la preoccupazione rimane alta, ci aspettano settimane cruciali, la vigilanza e i comportamenti responsabili saranno determinanti. Lo psicologo è professionista sanitario e l’attività psicologica – psicoterapeutica è stata inclusa fin dall’inizio dal dcpm 11 marzo 2020 tra i “servizi essenziali” dei quali non è stata disposta la chiusura, come annunciato dall’Ordine nella news letter dell’8 marzo 2020.
La chiusura degli studi, in molti casi è stata una conseguenza dell’impossibilità di spostamento dei clienti e per la specificità di alcuni setting.
Il dpcm 26 aprile 2020 in vigore dal 4 maggio, le varie ordinanze regionali e locali intervengono con aperture e limitazioni per i cittadini cui dovranno attenersi anche per recarsi negli studi professionali sotto la propria responsabilità.
Ci sembra utile segnalare un possibile interpretazione estensiva delle risposte alle FAQ del Governo: ‘possono essere svolte, in presenza, alcune attività a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi e del lavoro tale da ridurre al massimo il rischio di prossimità e di aggregazione e che vengano adottate le misure organizzative di prevenzione e protezione indicate dal Dpcm del 26 aprile 2020’.
Il professionista deve continuare ad attenersi a garantire la sicurezza degli ambienti, pulizia e cura dello studio come suggerito nella news letter del 8 marzo 2020.
Di seguito alcune indicazioni dell’ISS per la cura degli ambienti chiusi.
- rinforzare le normali misure di igiene nello studio provvedendo a pulizia con disinfettanti, provvedere all’areazione frequente degli ambienti e adottare comportamenti consoni a questa emergenza nell’accoglienza dei clienti
- si raccomanda di mettere a disposizione nei locali di attesa un dispenser di soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani eventualmente guanti monouso e mascherine chirurgiche monouso se il cliente non la indossa ovvero in uso da più giorni;
- evitare strette di mano;
- mantenere nel setting un distanziamento fisico di almeno un metro;
- il professionista deve indossare la mascherina chirurgica e provvedere a cambiarla secondo le istruzioni del dispositivo di protezione.
In sostanza i professionisti devono ancora continuare a coniugare il rispetto delle norme in vigore e richiederle ai clienti che si recano nello studio, una reciprocità di atti di responsabilità civica e buon senso.
Per i setting con approcci corporei e tutti gli interventi professionali che non rispettano il distanziamento fisico bisogna attendere eventuali novità, se e quando interverranno, con nuovi decreti rispetto all’andamento del contagio da Covid 19.
Per i setting con i bambini con disturbi gravi del neurosviluppo e/o dello spettro autistico restano valide al momento le indicazioni della Tavolo tecnico pubblicate a questa pagina
Per rappresentare situazioni particolari, non direttamente riconducibili alle disposizioni in vigore, i colleghi possono inoltrare mail segreteria@ordinepsicologiabruzzo.it